È quasi più facile affrontare le difficoltà di contenere la diffusione della pandemia che limitare la disinformazione che la circonda.
Una delle teorie della cospirazione più recenti che circola attorno al virus è che le reti 5G – la nuova generazione di tecnologia cellulare che si sta diffondendo in tutto il mondo – siano tra le principali responsabili della sua diffusione a livello globale. La teoria, pur non essendoci prove a supporto, si autoalimenta anche perché alcune celebrità e influencer, l’attore Woody Harrelson per esempio, la diffondono ai loro milioni di follower.
In realtà le teorie cospirazioniste sono almeno due. Una suggerisce semplicemente che le reti 5G facilitano la Covid-19 o i sintomi dell’infezione. Secondo l’altra, decisamente più insidiosa, le reti 5G emetterebbero radiazioni in grado di indebolire il sistema immunitario, rendendo di conseguenza le persone più suscettibili alle infezioni.
Cos’è il 5G
Il 5G rappresenta l’ultima generazione di reti cellulare in grado di supportare le nuove tecnologie che promettono di cambiare il modo in cui viviamo e lavoriamo. Dalle auto a guida autonoma agli interventi chirurgici remoti, alle fabbriche automatizzate. Questo grazie alle velocità più elevate, a una maggiore larghezza di banda e al minore ritardo nella comunicazione tra dispositivi e server.
L’obiettivo era quello di adottare lo standard in tutto il pianeta entro il 2020. Ma i problemi logistici legati alla diffusione del nuovo coronavirus e l’ostilità crescente di una parte dell’opinione pubblica potrebbero rallentare il processo. Nel Regno Unito, ad esempio, nelle scorse settimane sono state incendiate centraline e antenne della rete ultraveloce, esponendo a forti rischi la comunicazione in un momento di crisi internazionale.
Perché le persone collegano 5G e Covid-19
Le reti 5G hanno iniziato a diffondersi già nel 2018, ma il vero boom c’è stato nel 2019, cioè lo stesso anno in cui a Wuhan, in Cina, si è verificata la prima epidemia di coronavirus. I teorici della cospirazione, come spesso capita, si sono affrettati a collegare i due eventi, ignorando totalmente che la correlazione non implica la causalità.
Nei social hanno cominciato a circolare due mappe degli Stati Uniti che suggerivano che le aree più colpite da Covid-19 fossero quelle in cui erano state installate le infrastrutture per le reti 5G (in rete si trovano mappe simili relative anche ad altri paesi). Il problema è che si trattava anche di aree metropolitane, e i grandi centri abitati sono, per motivi ovvi, più esposti alla diffusione del coronavirus, oltre ad avere più probabilità di adottare prima le reti 5G. Tra l’altro, allargando la prospettiva al resto del mondo, l’Iran non ha ancora adottato la nuova tecnologia, eppure è stato uno dei paesi colpiti più gravemente.
Non ci sono prove
La ricerca dimostra che le onde a radiofrequenza (RF) emesse dai telefoni cellulari non hanno abbastanza energia per danneggiare direttamente il DNA o riscaldare i tessuti del corpo: i loro livelli di energia sono inferiori anche rispetto a tecnologie come quelle dei forni a microonde e dei televisori. Tra l’altro, i segnali 5G in realtà penetrano con più difficoltà gli oggetti rispetto ai segnali 4G, e questo è il motivo per cui le reti 5G richiedono molte più celle più piccole costruite vicine.
La Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti (ICNIRP), un gruppo di esperti indipendenti che valuta quanto l’esposizione ai campi elettromagnetici utilizzati dai telefoni cellulari e da altri dispositivi influenzi la salute delle persone, sostiene che non esiste alcun legame tra il 5G e il coronavirus.
Ormai da diversi anni si è assistito a un aumento mai visto dell’uso di dispositivi tecnologici, ma i tanti studi epidemiologici che sono stati condotti non hanno confermato un aumento di patologie correlate. Gli studi sull’interazione tra campi elettromagnetici e sistemi biologici sono in corso da decenni ma, ad oggi, gli eventuali effetti nocivi non sono stati ancora dimostrati.
In sintesi, non ci sono prove scientifiche a sostegno del legame tra nuovo coronavirus e reti 5G. Purtroppo, nella situazione che stiamo vivendo, il tempo di diffusione delle fake news si è drasticamente ridotto e, oltre che dall’epidemia ,bisogna difendersi dalla cosiddetta “infodemia”. L’unica arma a cui affidarsi per resistere all’inquietudine che deriva dall’incertezza è la capacità di restare razionali affidandosi sempre allo spirito critico e alle fonti più autorevoli.
Fonti
- Emf-portal.org
- ICNIRP. Guidelines for limiting exposure to electromagnetic fields (100 khz to 300 ghz)
- Schraer R, Lawrie E. Coronavirus: Scientists brand 5G claims ‘complete rubbish. Bbc.com, 5 aprile 2020
- Widom A et al. Electromagnetic Signals from Bacterial DNA. arXiv preprint arXiv:1104.3113. 15 aprile 2011