Il team dell’Università del Michigan ha valutato le prescrizioni di antibiotici per il trattamento di circa 6500 adulti con polmonite acquisita in comunità dal 2017 al 2018. Più dei due terzi dei pazienti hanno ricevuto prescrizioni per terapie antibiotiche (soprattutto alla dimissione) che hanno superato le durate necessarie. I trattamenti più lunghi non soltanto non hanno migliorato i risultati dei pazienti, ma hanno anche aumentato il rischio di eventi avversi associati agli antibiotici.
I ricercatori hanno basato la loro valutazione di una terapia antibiotica “sufficiente” sulle linee guida nazionali che raccomandano la durata del trattamento antibiotico sulla base della classificazione della polmonite, dell’organismo e del tempo di stabilità clinica. Secondo questi criteri, la durata prevista per i pazienti con polmonite acquisita in comunità è di almeno 5 giorni, almeno 7 giorni nel caso di pazienti con polmonite associata all’assistenza sanitaria (HCAP), Staphylococcus aureus o un bacillo gram-negativo non-fermentante.
Dei 6481 pazienti (età media 70,2 anni) inclusi nell’analisi, 4747 avevano CAP e 1734 avevano HCAP. Più della metà (57,4%) aveva una polmonite grave e il 26,4% e il 7,5%, rispettivamente, aveva una concomitante malattia polmonare ostruttiva cronica o una riacutizzazione di insufficienza cardiaca congestizia.
Per quanto riguarda la durata del trattamento, il 67,8% dei pazienti ha ricevuto cicli eccessivi di antibiotici, tra cui il 71,8% dei pazienti con CAP e il 56,6% dei pazienti con HCAP. “La conseguenza è stata 2526 giorni di trattamento in eccesso per 1000 pazienti ospedalizzati con polmonite”, scrivono gli autori. In particolare, in un’analisi delle caratteristiche associate alla durata del trattamento in eccesso, i pazienti con produzione di espettorato avevano il 7% in più di probabilità di avere cicli di antibiotici più lunghi del necessario.
Nelle analisi corrette, la durata del trattamento in eccesso non ha migliorato i tassi di mortalità a 30 giorni, riammissione o visite al pronto soccorso, ma ha aumentato la probabilità di eventi avversi associati al trattamento antibiotico. Tra i pazienti che sono stati contattati al telefono 1 mese dopo la dimissione, le probabilità di un evento avverso riferito sono state del 5% (IC 2-8%) in più per ogni giorno di trattamento in eccesso. Gli eventi avversi più comuni sono stati la diarrea, il disagio gastrointestinale e la candidosi alla mucosa.
“Lo studio conferma che la terapia a breve termine della polmonite è sicura e che durate più lunghe non sono solo inutili ma potenzialmente dannose”, riassumono gli autori. “Pertanto, ridurre la durata del trattamento in eccesso dovrebbe essere una priorità assoluta nella gestione degli antibiotici a livello nazionale.” “Il cambiamento fa paura e la medicina è una professione conservatrice, dobbiamo superare l’inerzia e la tradizione e cambiare la pratica quando diventano disponibili prove convincenti”.
Fonte:
Vaughn VM et al. Excess antibiotic treatment duration and adverse events in patients hospitalized with pneumonia: a multihospital cohort study. Ann Intern Med. [Epub ahead of print 9 July 2019] doi: 10.7326/M18-3640