Ormai una efficace terapia antiretrovirale ha trasformato l’HIV da malattia progressiva fatale a una condizione cronica gestibile, ma purtroppo associata a tassi più di infarti, ictus, insufficienza cardiaca, morte cardiaca improvvisa e altre malattie rispetto a persone senza HIV. “
L’uso del tabacco, un importante fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, è comune tra le persone che convivono con l’HIV. In un campione americano rappresentativo a livello nazionale, il 42% delle persone con l’HIV erano fumatori abituali. A questo si associa l’abuso di alcol, di sostanze, i disturbi dell’umore, l’ansia, bassi livelli di attività fisica che possono contribuire all’elevato rischio di malattie del cuore e dei vasi sanguigni, secondo la dichiarazione. Senza dimenticare che le persone con HIV soffrono spesso lo stigma per la malattia e affrontano ostacoli significativi per ottenere assistenza sanitaria ottimale.
Un’altra area di preoccupazione deriva dall’invecchiamento della popolazione di persone che vivono con l’HIV: il 75% delle persone con l’HIV oggi ha più di 45 anni. “L’invecchiamento con l’HIV differisce notevolmente dalle problematiche dell’invecchiamento della popolazione generale”, ha detto Jules Levin, che convive con l’HIV da 35 anni ed è il fondatore e direttore esecutivo del National AIDS Treatment Advocacy Project. “In media, le persone che vivono con l’HIV che hanno più di 60 anni hanno 3-7 condizioni mediche, tra cui attacchi di cuore, ictus, insufficienza cardiaca, malattie renali, fragilità e malattie delle ossa e molti assumono 12-15 farmaci ogni giorno. le persone che vivono con l’HIV sono spesso sole e disabili, costrette a rimanere a casa, e sono socialmente isolate”.
Per valutare una persona che vive con il rischio cardiovascolare dell’HIV, lo statement consiglia un approccio sfumato. Questo approccio include in fatti come primo passo la quantificazione del carico del fattore di rischio della malattia cardiaca tradizionale, utilizzando strumenti come, il calcolatore del rischio di malattie aterosclerotiche dell’American Heart Association/American College of Cardiology, che stima il rischio a dieci anni di avere infarto, ictus o altre condizioni cardiovascolari. Ma le persone che convivono con l’HIV possono avere un rischio maggiore di quello ottenuto dal calcolatore; bisogna quindi ricorrere alla storia familiare di malattie cardiache e fattori specifici dell’HIV.
Ovviamente gli autori dello statement sottolineano l’importanza di uno stile di vita sano che includa la cessazione del fumo, un’adeguata attività fisica, l’eliminazione o la riduzione della quantità di alcol consumata e una dieta sana. Quanto ai farmaci, come le statine, che abbassano il colesterolo e altri farmaci che rendono meno probabile la formazione di coaguli di sangue, lo statement rimanda a successivi studi clinici che ne confermino la sicurezza.
Fonte:
Feinstein MJ et al. Characteristics, prevention, and management of cardiovascular disease in people living with HIV: a scientific statement from the American Heart Association. Circulation 2019. DOI: https://doi.org/10.1161/CIR.0000000000000695