Un recente studio clinico randomizzato pubblicato sul JAMA ha valutato vari aspetti clinici, tra cui la sicurezza, i tempi, l’entità e la durata degli effetti della psilocibina su pazienti con disturbi depressivi maggiori.
La psilocibina è una sostanza psichedelica che recentemente si è guadagnata un notevole interesse nella ricerca come potenziale opzione terapeutica per i disturbi depressivi maggiori, un interesse alimentato anche dalle limitazioni dei trattamenti farmacologici attualmente approvati per quei disturbi e dall’osservazione che gli effetti antidepressivi della sostanza superano la sua effettiva presenza nell’organismo dei pazienti.
La ricerca, uno studio controllato randomizzato in multicieco condotto tra dicembre 2019 e giugno 2022 in 11 centri degli Stati Uniti, ha confrontato i risultati della psilocibina e del placebo attivo niacina rispetto a fattori quali i tempi di insorgenza dell’azione, i profili di sicurezza nell’arco di sei settimane e la durata degli effetti benefici.
Il campione era composto da adulti di età compresa tra 21 e 64 anni, sani dal punto di vista medico e che soddisfacevano i criteri diagnostici per disturbo depressivo maggiore, con almeno un episodio di disturbo depressivo negli ultimi due mesi.
I partecipanti venivano esclusi se avevano una storia personale o familiare di mania o psicosi, disturbo da uso di droghe o alcol da moderato a grave, mostravano tendenze suicide nell’ultimo anno, erano tenuti rigorosamente ad aderire ai loro farmaci psicotropi o avevano usato una droga psichedelica in nei cinque mesi precedenti o più di dieci volte nella loro vita.
Gli interventi confrontati riguardavano una dose di 25 milligrammi di psilocibina contro una dose di 100 milligrammi di niacina in capsule che sembravano identiche.
L’esito primario esaminato era la differenza tra i due gruppi nel punteggio MADRS tra il basale e il giorno 43. L’esito secondario principale era la variazione del punteggio MADRS tra il basale e il giorno 8. Altri esiti secondari includevano una differenza nel punteggio sulla Sheehan Disability Scale tra il basale e il giorno 43, la percentuale di partecipanti che sperimentavano una risposta significativa ai sintomi depressivi e una remissione prolungata. Infine è stata osservata la gravità delle reazioni avverse agli interventi.
I risultati hanno suggerito che il trattamento dei disturbi depressivi maggiori con la comporta una riduzione sostenuta e clinicamente significativa della disabilità funzionale e dei sintomi depressivi.
I miglioramenti nei sintomi depressivi osservati entro i primi otto giorni sono stati poi mantenuti nel corso delle sei settimane di follow-up, confermando una modalità d’azione rapida e prolungata.
Altri effetti benefici della psilocibina rilevati nello studio includevano miglioramenti nella funzione psicosociale, supportati da differenze significative nei punteggi della Sheehan Disability Scale, e riduzioni dell’ansia generale, della gravità della malattia e dei sintomi depressivi, nonché miglioramenti nella qualità generale della vita.
Il farmaco nel complesso è stato anche ben tollerato, soltanto con poche reazioni avverse di gravità da lieve a moderata segnalate e un tasso complessivo inferiore a quello di altri studi che hanno valutato l’uso della psilocibina.
Fonte
Raison CL et al. Single-dose psilocybin treatment for major depressive disorder: a randomized clinical trial. JAMA 2023;330(9):843-853.