In sintesi:
– per le donne di età compresa tra 40 e 49 anni, bisogna esaminare i pro e i contro della mammografia, tenendo conto delle preferenze delle pazienti. I danni da screening superano i benefici per la maggior parte delle donne in questa fascia di età;
– mammografie biennali per donne tra i 50 ei 74 anni;
– interrompere lo screening in donne di età ≥75 anni o con aspettativa di vita ≤10 anni;
– indipendentemente dall’età della donna, l’esame clinico del seno non è un approccio utile allo screening.
Il comitato ACP in particolare ha osservato che l’entità della riduzione della mortalità per cancro al seno associata allo screening mammografico è ridotta, un punto non sottolineato a sufficienza dalla maggior parte delle linee guida. Non è stata dimostrata alcuna riduzione tra le donne di età compresa tra 39 e 49 anni (il gruppo che ha ricevuto il beneficio minimo dallo screening rispetto ai decessi evitati). In più, lo screening in questo gruppo di età non ha ridotto l’incidenza del carcinoma mammario avanzato. Indipendentemente dall’età delle donne, la mammografia non ha ridotto la mortalità per tutte le cause. Nella maggior parte delle donne tra i 40 ei 49 anni, i danni dello screening (sovradiagnosi, sovratrattamento, falsi positivi, test diagnostici non necessari e biopsie) hanno superato i benefici, e lo screening più frequente è stato associato a un danno maggiore.
Il problema principale a questo punto è dare seguito a queste raccomandazioni, visto la delicatezza del tema e il fatto che molte donne hanno una percezione più alta del proprio rischio individuale.
Fonti
Qaseem A et al.; for the Clinical Guidelines Committee of the American College of Physicians. Screening for breast cancer in average-risk women: a guidance statement from the american college of physicians. Ann Intern Med. [Epub ahead of print 9 April 2019] doi: 10.7326/M18-2147
Elmore JG, Lee CI. A guide to a guidance statement on screening guidelines. Ann Intern Med. [Epub ahead of print 9 April 2019] doi: 10.7326/M19-0726