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Sull’iniziativa Choosing Wisely e sull’esigenza generale di fare meno e meglio abbiamo intervistato…

Wendy Levinson, Chair of Choosing Wisely Canada & International – Professor of Medicine, University of Toronto
Quale l’impatto del movimento Choosing Wisely? Quali sono i risultati raggiunti finora, e quali sono i prossimi obiettivi? Lo abbiamo chiesto a Wendy Levinson, presidente di Choosing Wisely Canada, che abbiamo incontrato nel corso della Terza tavola rotonda internazionale di Choosing Wisely, che quest’anno (2016) si è svolta a Roma.

Daniel Wolfson, Executive Vice President and COO, ABIM Foundation, USA. Nel corso della Terza tavola rotonda internazionale di Choosing Wisely, che quest’anno si è svolta a Roma, abbiamo incontrato Daniel Wolfson, uno dei pionieri dell’iniziativa. Al di là della segnalazione delle singole pratiche a rischio inapproprietezza, sottolinea, uno dei punti di forza di Choosing Wisely è quello di favorire il dialogo tra medici e pazienti, “accrescere la consapevolzza, cambiare l’impostazione culturale e la forma mentale e far capire che più non è sempre meglio. Qualche volta meno è meglio”.

Wilco C. Peul, Professor – Chair Dept. of Neurosurgey Leiden University, NL | Choosing Wisely Netherlands
Quale l’impatto del movimento Choosing Wisely? Quali sono i risultati raggiunti finora, e quali sono i prossimi obiettivi? Lo abbiamo chiesto a Wilco C. Peul (Choosing Wisely Paesi Bassi), che abbiamo incontrato nel corso della Terza tavola rotonda internazionale di Choosing Wisely, che quest’anno si è svolta a Roma.

Horand Meier, UO Governo Clinico, Bolzano
Inziative come Choosing Wisely “sono molto utili per rendere i sistemi sanitari più sicuri e anche più sostenibili nel tempo, perché se si vuole evitare un razionamento delle risorse e arrivare a fare una razionalizzazione, è necessario fare delle scelte. Se per esempio un paziente ha dei noduli al fegato, farà una differenza se fa una ecografia, la TAC, e una risonanza magnetica e magari anche una PET, oppure se si scelgono bene le condizioni dove serve solo l’ecografia, solo la TAC o dove effettivamente servono tutti questi esami. Bisogna per forza iniziare a scegliere…”.

Giampietro Bonatti, Primario del Servizio di Radiologia, Azienda sanitaria di Bolzano
“Penso che ogni iniziativa rivolta alla popolazione, rivolta a promuovere la coscienza che c’è un eccesso di ricorso a indagini mediche radiologiche, sia da sostenere, perché tutte queste indagini oltre a non essere, spesso, sostenibili economicamente sono talvolta dannose per i pazienti stessi. Queste iniziative di Choosing Wisely, la ricerca di appropriatezza prescrittiva, rientrano nel patrimonio comune dei radiologi che conosco in Italia, in quanto siamo consapevoli che le nostre procedure talvolta possono essere dannose perché utilizziamo radiazioni ionizzanti in gran parte degli esami. I radiologi italiani sono in generale d’accordo sul rischio di inappropriatezza delle 5 pratiche individuate dalla Società italiana di radiologia medica e cercano, nell’attività di tutti i giorni, di agire di conseguenza…”.

Claudio Graiff , Primario, Oncologia Medica, Gruppo Interdisciplinare sui tumori Neuroendocrini, tra i fondatori di “Donatori di Musica”)
“Nell’epoca della sovrabbondanza di offerta, anche tecnologica, bisogna anche saper scegliere. Vi sono pratiche che sono percepite spesso dall’utenza come utili, che a volte i medici perpetuano in modo acritico e che non trovano ragione d’essere alla luce delle prove di evidenza. Le procedure a rischio di inappropriatezza, non inappropriate di per sé (l’appropriatezza è un concetto che va valutato singolarmente), ma che sono nella gran parte dei casi a rischio inappropriatezza, sono state in gran parte definite, e nel campo dell’oncologia mi sembrano ampiamente e assolutamente condivisibili e non sono una novità. Le procedure indicate nelle liste sono le cose che noi cerchiamo di evitare di fare da  molto tempo, anche se la pressione dell’utenza tende a portarci verso questo terreno…”.

Paola Zimmermann, Referente per la sanità della Federazione per il Sociale e la Sanità della Provincia Autonoma di Bolzano e Rete Nord-Est, Slow Medicine
“In questo periodo di spending review in cui siamo abituati a vivere e con il quale dovremo convivere probabilmente ancora per molto tempo, reputo che sia sempre più a rischio l’universalità e anche l’equità del nostro sistema sanitario. Choosing Wisely, che è stato portato in Italia da Slow Medicine e rinominato “Fare di più non significa fare meglio”, va proprio in questa direzione: cerca di dare delle alternative a dei tagli indiscriminati, cerca di portare l’attenzione sulla razionalizzazione anziché sul razionamento. Il progetto piace molto anche perché è stato sviluppato e viene portato avanti proprio da una rete di professionisti sanitari, e questo secondo me è lodevole. Sono proprio loro a essersi resi conto che c’è bisogno di cambiare rotta, di invertire la tendenza, e di conseguenza  insieme alle società scientifiche, ma anche insieme alla popolazione, insieme alla cittadinanza e ai pazienti, stanno cercando di dare delle alternative. Mi piace molto l’approccio perché c’è un coinvolgimento totale sia del personale sanitario, ma anche della cittadinanza e dei pazienti.”